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Prime Esperienze

In moto con lo sconosciuto


di Membro VIP di Annunci69.it Exclusivecouple24
16.04.2025    |    146    |    5 9.7
"“Ancora… così…” Quando lui la prende di nuovo, da dietro, la scena è così potente che trattengo il respiro..."
Eravamo io e lei soli in auto, direzione lago. Una di quelle giornate lente, dove anche il silenzio sembra parlare. Ci fermiamo a un distributore, sosta caffè. Il sole già scalda, e nell’aria c’è quell’odore misto di benzina e estate che accende i sensi.

Accanto a noi si ferma una moto. Lui scende con un gesto sicuro, deciso. Cinquantenne, alto, fisico scolpito sotto la giacca nera. Si sfila il casco e rivela una testa rasata, una mascella forte, occhi scuri. Un tipo che si fa notare. Lei lo guarda. Non come si guardano le persone per strada. Lo guarda dentro. E lui fa lo stesso. I loro sguardi si incatenano, come due calamite.

Entriamo nel bar, ma l’elettricità resta tra noi e nell’aria. Beviamo il caffè, ripartiamo, ma lei è distratta, lo vedo. Pensa. E nei giorni successivi... iniziamo a incontrarlo. Sempre lì, nei posti in cui andavamo. Al lago, nei locali. Sempre da solo. Sempre con quello sguardo.

Pensi sia un caso?”, mi chiede. E nei suoi occhi leggo l’eccitazione. La curiosità.

Poi arriva la domanda. “E se accettassi un suo invito per un giro in moto?”
Mi guarda, cercando il mio consenso. Io non dico no. Non dico sì. Solo la fisso, e le accarezzo la coscia sotto la gonna. Voglio vedere fino a dove osa arrivare.

Il giorno dopo, lo incontriamo di nuovo erano le 11 circa e ci siamo fermati in piazza sul lago per un caffè .lei scende dall’auto lui dalla moto, Lui le porge il casco. Lei mi guarda ancora una volta, e mi dice posso andare ? …sale sulla moto si infilano il casco e partono ..non sapendo che fare deciso di seguirli in auto, Ma a distanza.

Arrivano a un punto isolato del lago, un sentiero tra i boschi, la luce che filtra tra le foglie, l’aria ferma. Lei scende, lui la prende per mano. Si parlano da vicino, troppo vicino.
Io li guardo. E mentre li vedo avvicinarsi, i corpi che si cercano, le mani che iniziano a esplorarsi… il mio respiro si fa pesante.
Loro non sanno che sono lì, nascosto dietro un albero, a pochi metri. Il rumore della moto è svanito da un pezzo, e ora resta solo il canto delle cicale e il fruscio dell’acqua in lontananza.

Lei è in piedi davanti a lui. Parlano piano, ma non è la voce che conta. Sono i gesti. Le dita di lui che le sfiorano il fianco, poi risalgono, lente, sull’interno braccio. Lei non si ritrae. Anzi, si avvicina. Lo guarda dritto negli occhi mentre si lascia slacciare il primo bottone della camicetta. Quel bottone che poco prima avevo sbottonato io.
Il secondo. Poi il terzo. Il vento gioca con il tessuto leggero, aprendole la scollatura. Il reggiseno è nero, sottile, quasi trasparente. Lui lo guarda come si guarda qualcosa che si desidera da troppo tempo.
Lei si morde il labbro. Non è più una donna che esita: è una donna che vuole.
Lo lascia fare. Si gira, lentamente, e lui le scopre la schiena, poi le solleva la gonna, con quella calma che ha chi ha il pieno controllo. Le mani le accarezzano i fianchi, le gambe, poi le infilano sotto gli slip. Lei si piega leggermente in avanti, appoggiandosi alla sella della moto, e io la vedo completamente offerta a lui.
Il mio cuore batte forte. Lo stomaco mi si stringe, ma non per gelosia. È altro. È come guardare un sogno che prende vita. La vedo mentre geme piano, mentre lui la penetra con le dita, poi si inginocchia dietro di lei, il viso tra le sue cosce, e lei si abbandona, con la testa reclinata e le mani che stringono la pelle della sella.
Io trattengo il respiro. Ho la mano dentro i pantaloni. Non posso farne a meno.

Quando lui si alza e si sbottona, lo fa con calma. Le prende il viso tra le mani, la bacia forte, mentre lei si volta e si lascia sollevare. Le sue gambe attorno alla sua vita, le braccia al collo, e lui la prende lì, contro la moto, mentre il suo corpo ondeggia come un’onda lenta. Lei si morde la spalla per non urlare.

Ma io sento tutto. Vedo tutto.

E sono eccitato come non lo sono mai stato in vita mia.
I suoi fianchi ondeggiano contro di lui con una naturalezza quasi selvaggia. Il rumore delle loro pelli che si incontrano è umido, carnale, mescolato ai piccoli gemiti rotti di lei e ai respiri sempre più bassi e profondi di lui. Lei si stringe forte, la testa nascosta nel suo collo, mentre lui la sostiene con forza, affondando con movimenti sempre più profondi, più decisi. È come se non ci fosse nulla intorno, solo quei due corpi che si cercano e si consumano.

Io li guardo. Ferito e felice allo stesso tempo. Un’erezione dolorosa preme contro il tessuto dei miei jeans mentre la mia mano scivola più veloce. Ogni volta che lui affonda, ogni volta che lei geme, io lo sento come se lo stessero facendo anche dentro di me.
Lei lo guarda negli occhi adesso. C’è qualcosa di diverso in quello sguardo. Una resa. Non c’è vergogna, non c’è finzione. Solo desiderio puro. Le sue labbra si schiudono, e quando geme il suo nome — un nome che non è il mio — io mi vengo in mano, senza riuscire a distogliere lo sguardo.

Ma loro non si fermano.

Lui la fa scendere, lentamente, la gira, le fa piegare le ginocchia sulla sella. Il suo fondoschiena è teso, perfetto, invitante. Lei si volta appena, i capelli scarmigliati, le guance arrossate. Le sfila gli slip con un solo gesto e poi si inginocchia dietro di lei. La sua lingua torna a giocare tra le sue cosce mentre le dita la penetrano con ritmo. Lei geme, lo incita, si spinge contro di lui. La voce rotta, dolce e sporca al tempo stesso. “Ancora… così…”
Quando lui la prende di nuovo, da dietro, la scena è così potente che trattengo il respiro. Lei si spinge indietro a ogni affondo, lo accoglie, lo stringe, come se non volesse più lasciarlo andare. I loro corpi sudati, le mani che si stringono, i colpi che diventano sempre più rapidi, sempre più disperati.
Poi lei lo urla. Un grido gutturale, trattenuto troppo a lungo, che risuona nel silenzio del lago. Il suo orgasmo la scuote tutta, e lui la segue pochi istanti dopo, con un ringhio profondo, animalesco, mentre si scarica dentro di lei, premendola forte contro di sé.

Resto immobile. Scosso. Incredulo. Il mio petto si alza e si abbassa come se avessi corso. Eppure sono fermo. Solo. A pochi metri dal loro paradiso.

Quando si abbracciano, quando lei posa la testa sul suo petto nudo, io capisco che qualcosa è cambiato.
Eppure… non sento rabbia. Solo desiderio. Ancora.

Risalgo in auto e vado nella piazza dove gli avevo lasciati, quindici minuti dopo gli vedo arrivare, lei scende si sfila il casco era più bella che mai..il suo viso illuminante ..si salutano con un ciao e lui il motociclista sconosciuto svanisce tra le strade ed il viale alberato che anima il lago. Non le dico nulla, mi avvicino a lei le do un bacio sulla guancia e risaliamo In auto, il silenzio è pesante. Ma non teso. Lei guarda fuori dal finestrino, le dita intrecciate sul grembo. Ha ancora le guance arrossate, lo sguardo perso. Come se stesse rivivendo ogni secondo. Ogni brivido. Ogni bacio.
«Va tutto bene?» le chiedo, con voce bassa, quasi complice.

Lei annuisce, poi abbassa lo sguardo. «Non so… cosa mi sia preso.»
«Hai fatto quello che in quel momento hai desiderato . È questo che conta.»
Rimane in silenzio ancora un po’. Poi si volta verso di me, con gli occhi lucidi, ma non di pianto. Piuttosto, di qualcosa di più profondo. Un senso di colpa mischiato a estasi. «È stato… la prima volta che sono stata con un altro uomo. Non avevo mai nemmeno pensato di poterlo fare. Nemmeno nei miei pensieri più…» si interrompe, cercando le parole. «Eppure, quando lui mi ha guardata, lì al distributore, qualcosa dentro di me ha ceduto.»
La sua voce è rotta. Ma sincera.

Era come se avessi bisogno di… lasciarmi andare. Di scoprirmi diversa. Sporca, forse. Ma viva.»
La guardo. E sento che non c’è nulla da giudicare. Anzi. L’eccitazione che mi brucia ancora sotto la pelle diventa più intensa.
E com’è stato?» le chiedo, sapendo benissimo la risposta ma desiderando sentirla da lei.
Lei chiude gli occhi un istante, e le sue labbra si socchiudono in un piccolo sorriso imbarazzato. «Più intenso di quanto avessi mai immaginato. All’inizio tremavo… quando ha posato le mani su di me, credevo di non riuscire nemmeno a respirare. Ma poi... mi sono lasciata andare. Non pensavo che il mio corpo potesse reagire così. Come se volesse lui da sempre.»
Fa una pausa. Poi aggiunge, con un filo di voce: «Lui… era diverso da te. Più ruvido. Più… diretto. Mi ha presa come se fossi sua. Non ha chiesto. Ha fatto. E io… io l’ho lasciato fare.»

Il mio cuore batte forte. Le immagini tornano nella mia mente, nitide, violente. Lei nuda, che si piega per accoglierlo. I suoi gemiti. Il modo in cui si muoveva sopra di lui, senza più freni.
Ti ha fatto venire forte, vero?» sussurro.

Lei si morde il labbro, abbassa lo sguardo e annuisce. «Più di una volta…»

Rimango in silenzio, la guardo. E nel mio stomaco, qualcosa si attorciglia. Una gelosia dolceamara, mescolata a un desiderio sempre più feroce. Non ho mai voluto toccarla così tanto come ora, sapendo che è appena stata con un altro.

E ora…?» le chiedo.

Lei mi guarda, con quegli occhi pieni di domande, di colpa e di voglia. Poi si sporge piano verso di me, le labbra vicine all’orecchio. «Ora… voglio sentire anche te. Voglio che mi prendi, come se fossi tua. Qui. Subito. Come lui… o anche di più.»
Fermo l’auto, il respiro spezzato, e quando le mie mani le slacciano i jeans con foga, non c’è più spazio per timidezza o parola ma.. “ un esplosione di piaceri “
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